IL MATRIMONIO REALE

A me sembra incredibile.
I giornali di mezzo mondo in questi ultimi giorni (per non dire settimane) non fanno altro che parlare dell’imminente matrimonio fra l’erede al trono d’Inghilterra William e Kate.
Una sorta di favola moderna. Forse. Lei borghese, dal cuore e dalla mente solida, riesce in dieci anni di fidanzamento a convicere il rampollo a farsi sposare.
Non capisco bene la favola. Ma insomma. Il sogno della principessa esiste da sempre. e può anche andare bene.
Poi stamani leggo sul Corriere un articolo di Maria Laura Rodotà e quel poco di romanticismo, che già avevo fatto fatica a trovare, si trasforma in una sonora risata prima di diventare tristezza. Il primo istinto non sbaglia mai.

I due futri sposini hanno firmato un accordo prematrimoniale alla faccia delle pari opportunità. Un accordo che permette a William di fare il bello e il cattivo tempo senza troppi problemi: se i due finissero per divorziare, Kate perderebbe l’affidamento degli eventuali figli; dovrebbe rinunciare al titolo di altezza reale; non potrebbe più vivere in nessuna delle dimore reali; non otterrebbe un penny del patrimonio di William e non potrebbe rivelare nulla della sua vita coniugale e della famiglia reale.

“Io, Catherine Elizabeth Middleton, prometto di chiudere un occhio se mio marito si comporterà da bastardo e andrà a letto con altre, prometto di sorridere con aria inespressiva ai paparazzi, prendo atto che se in qualunque maniera non soddisferò le aspettative dell’Uomo Nato per essere re, tornerò al mio mondo modesto”, chiude così il pezzo la Rodotà.

Mah.

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